Oltre 300 consorzi, 890 filiere e 800.000 lavoratori: il modello delle indicazioni geografiche in Italia ha generato un valore economico significativo, grazie a un sistema che genera oltre 20 miliardi di euro di valore e rappresenta il 21% del totale europeo. E’ quanto emerso alla ì è svolta oggi a Roma la seconda edizione della conferenza “Prospettive mondiali sulle Indicazioni Geografiche” organizzata da Fao, Masaf, Qualivita, Origin Italia e OriGIn.
Nel 2025, il numero delle denominazioni registrate nel mondo che identificano un prodotto alimentare legato ad un determinato territorio ha superato quota 16.500 contro le 4mila del 1994, la cui distribuzione globale vede l’Europa con 4.051 Ig, la Cina con 7mila, l’Asia 4.050, il Sud America 497, Oceania 429 e 210 in Africa. Un sistema in cui l’Italia è leader. Le Indicazioni Geografiche elemento chiave per rendere i sistemi agroalimentari più efficienti, inclusivi e sostenibili, ha detto il dg della Fao, QU Dongyu, e il loro sviluppo “rappresenta un’opportunità per i giovani che desiderano rimanere nei propri territori e contribuire alla loro crescita”.
Fonte: (www.ilpuntocoldiretti.it)