Aumentano del 7,5% le esportazioni agroalimentari nel 2024 che fanno segnare un nuovo record di 69,1 miliardi di euro grazie soprattutto ai prodotti simbolo della Dieta Mediterranea che salgono sul podio delle specialità italiane più vendute all’estero. E’ quanto emerge dall’analisi dell’Osservatorio Coldiretti sui dati Istat definitivi relativi al 2024. Tra i principali Paesi di destinazione si classificano al primo posto la Germania con 10,6 miliardi in aumento del 6%, gli Stati Uniti con 7,8 miliardi grazie ad un balzo del 16%, la Francia con 7,5 miliardi in crescita del 4,2% e la Gran Bretagna con 4,8 miliardi in aumento del 6,7%.
Tra i giganti mondiali dell’economia da segnalare la Cina con 0,63 miliardi in aumento del 7,5% e l’India con 0,15 miliardi ed un incremento del 5,8%. Importate anche il Giapppone dove l’agroalimentare italiano cresce a doppia cifra (+14%), superando il valore di 1,9 miliardi, e guarda ora a Expo 2025 come un evento per consolidare e far crescere la presenza sul mercato nipponico come è emerso all’incontro sull’internazionalizzazione organizzato da Coldiretti e Filiera Italia con la partecipazione dell’ambasciatore Mario Vattani, commissario generale per la partecipazione italiana ad Expo 2025 ad Osaka, di Simest e Cassa Depositi e Prestiti.
Nel mondo il campione dell’export tricolore si conferma essere il vino per un valore di 8,14 miliardi di euro in aumento del 5,6% mentre al secondo posto ci sono frutta e verdura fresche con 6,5 miliardi di euro di export ed una crescita del 7% seguite dall’ortofrutta trasformata e dalle conserve di pomodoro con 5.7 miliardi e un +6%. A seguire l’export di formaggi che vale 5,4 miliardi di euro e mette a segno un balzo del 10%, la pasta con 5,3 miliardi di euro ed una crescita del 5% e l’olio di oliva che raggiunge 2,9 miliardi con un balzo record del 43% spinto dalle quotazioni.
A sostenere il Made in Italy sono anche le nuove conferme sul valore della dieta mediterranea. Le evidenze scientifiche dei benefici sono ormai tali infatti che la dieta mediterranea (Dm) diventa una vera e propria terapia, raccomandata in diversi contesti clinici e per varie patologie, malattie cardiovascolari, patologie oncologiche, salute neurocognitiva ma anche osteoporosi, artrosi, diabete e obesità: dal cuore al cervello alle ossa. E per delinearne gli standard e le molteplici applicazioni sono state elaborate le prime Linee Guida sulla dieta mediterranea con il supporto metodologico dell’Istituto superiore di Sanità.
La Dieta mediterranea, come è descritta nel testo, non si limita a un regime alimentare, ma è un vero e proprio stile di vita salutare e sostenibile, si contraddistingue per l’alto consumo di alimenti di origine vegetale (verdure, frutta fresca, legumi, cereali integrali, frutta a guscio) e di olio d’oliva come fonte principale di grassi monoinsaturi. Include anche abitudini alimentari consapevoli, come la scelta di prodotti a chilometro zero e provenienti da filiera corta e stagionali, attività fisica regolare, adeguato riposo, convivialità e socialità.
Sull’export agroalimentare italiano pesano pero’ vecchie e nuove minacce con il fenomeno delle imitazioni di cibo tricolore che è arrivato a valere ben 120 miliardi di euro, 40 miliardi dei quali negli Stati Uniti dove ben il 90% dei formaggi di tipo italiano in Usa sono in realtà realizzati in Wisconsin, California e New York, dal Parmesan al Romano senza latte di pecora, dall’Asiago al Gorgonzola, dalla mozzarella fino al Provolone. Ma il problema riguarda un po’ tutte le categorie, dall’olio d’oliva ai salmi fino a passata e sughi. Una fiorente industria del falso che potrebbe avvantaggiarsi del calo di consumi del vero cibo italiano negli Stati Uniti causata dalla minaccia dei dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
(Fonte: ilpuntocoldiretti.it)